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Metà dei consumi alimentari non rimane alla filiera, ma va a pagare costi e tasse
I consumi alimentari italiani domestici ed extradomestici valgono all’incirca 220 miliardi di euro (147 domestici e 73 extra). Negli ultimi anni i primi sono cresciuti solo del 19%, mentre il fuori casa è cresciuto de 35%, stando ai dati della ricerca di Nomisma sulla distribuzione del valore nella filiera agroalimentare presentata di recente a Roma durante un incontro di ADM (dell’Associazione della Distribuzione Moderna).
Nomisma osserva che ogni 100 euro di consumi gli Italiani destinano 23 euro alla spesa alimentare, ma di questi pochissimo rimane nelle tasche degli operatori della filiera. Agricoltura, industria, commercio e anche e la ristorazione di cui i nostri lettori sono protagonisti, vedono ridotto il peso del loro valore, passando dal 65,5% al 54,8, (oltre il 10% in meno). Dove finisce il resto?
Va a “pagare” la voce “costi esterni” alla filiera, passati dal 22 al 34,1%, e cioè oneri finanziari (4,5%), imposte e tasse (7,9%) e importazioni (3,2%).
09/04/2014
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